Signore & signori. Film di Pietro Germi

Signore & signori è un film del 1965 che con la regia di Pietro Germi e con un cast di Signore & signorigrandissimi attori, come Gastone Moschin, Virna Lisi, Alberto Lionello, vince il Grand Prix al Festival di Cannes nel 1966, tre Nastri d’Argento nel 1967 e due David di Donatello nel 1966 .

Si tratta di uno dei principali film della commedia all’italiana dal taglio pungente e dai toni satirici che trova la sua fonte di ispirazione nella mediocrità dell’essere umano. Dopo Divorzio all’italiana (1961) e Sedotta e abbandonata (1964), il regista Pietro Germi passa dal sud della Sicilia al settentrione formalmente civilizzato, per ritrovare la stessa atmosfera bigotta, ambigua ed ipocrita, avvolta da una matrice cattolica e ricca di convenzioni sociali.

Signore & signori descrive le dinamiche sociali di una cittadina veneta, presumibilmente Treviso (anche se la città non viene mai nominata), che porta con sé le caratteristiche negative della provincia, in primis le chiacchiere e i pettegolezzi al bar della piazza principale.

Un gruppo di amici, tutti appartenenti alla piccola borghesia dell’epoca, riuniti al bar della piazza centrale raccontano, scena dopo scena, le indiscrezioni e pettegolezzi, vizi e virtù della cittadina apparentemente perbene. Un ampio palcoscenico dove man mano emergono tradimenti matrimoniali, personali e sociali, solitudini e incomprensioni familiari, invidie, prostituzione, fino anche all’abuso di una ragazza minorenne e dove il gruppo di amici, a volte si muove munito del coraggio di un leone, ma rigorosamente in branco, o altre volte come un coro di chiesa, diretti e uniti nello stesso canto. Non potevano mancare neanche stereotipi di genere che si manifestano sin dalla prima battuta e addirittura nel titolo della pellicola cinematografica.

Non esiste il concetto di “riservatezza” e le espressioni lesive dell’altrui reputazione assumono i connotati dell’ingiuria e della diffamazione, condite da aspri commenti e chiose capziose, sgretolando i principi per lo sviluppo di una sana società democratica. In tal senso, la tutela dell’onore e della reputazione si sostanzierebbe nel divieto, rivolto ai singoli come membri della società, di esprimere, direttamente o attraverso l’attribuzione di fatti, giudizi di indegnità nei confronti degli altri membri, indipendentemente dalle conseguenze eventuali o riflesse su quest’ultimo o sugli altri consociati.

Ma vi è di più, nelle libere manifestazione dei protagonisti il diritto di critica regna supremo e senza limiti o remore e la libertà di espressione diventa il potere di espressione o di affermazione, a seconda dei casi, con coloriture ed iperboli, toni aspri o polemici, linguaggio figurato o gergale. L’unico punto sul quale tutta la cittadina sembra essere d’accordo, dal parroco fino al comandante dei carabinieri, è la sacralità del matrimonio, d’altronde la legge sul divorzio arriverà in Italia solo nel 1970. Il matrimonio è l’unico punto fermo della società, e diventa l’ancora di salvezza per non annegare nelle singole frustrazioni.

Ed è così che il comico si mescola con il drammatico, tipico del costume sociale italiano, di allora, come di oggi. Sono passati oltre cinquant’anni dall’uscita della pellicola nelle sale cinematografiche e sembra che non sia cambiato nulla, (anzi, qualche cambiamento è avvenuto a livello legislativo, ma forse in senso peggiorativo) e il tempo sembra che si sia fermato.

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