Via di Santa Dorotea è una piccola strada che si trova nel cuore di Roma, nel noto quartiere di Trastevere e deve il suo nome principalmente alla Chiesa dei Santi Silvestro e Dorotea che risale al 1750.
Percorrendo a piedi Via di Santa Dorotea si incontra al civico numero 20 un antico palazzo che risale al quattrocento, noto come la “Casa della Fornarina”.
La Fornarina, all’anagrafe tale Margherita Luti, era una giovane e bella ragazza che abitava nel noto quartiere Trastevere e che è stata la modella e l’ amante del pittore Raffaello Sanzio. Veniva soprannominata la Fornarina in quanto figlia del fornaio Francesco Luti. Si presume che la stessa sia vissuta tra il XV ed il XVI Secolo.
Secondo l’ antica leggenda popolare romana sembra che intorno ai primi anni del 1500 Raffaello Sanzio ricevette l’incarico di affrescare la villa di Agostino Chigi (oggi nota come Villa Farnesina) sita in via della Lungara, nel quartiere Trastevere, e durante una pausa dai lavori la sua attenzione venne attirata da una graziosa ragazza affacciata alla finestra di un palazzo sito in Via di Santa Dorotea numero 20; così da quel fugace incontro di sguardi nacque tra Margherita Luti e il pittore urbinate una passionale relazione amorosa come testimonia il dipinto de “La Fornarina“ custodito presso la celebre Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma.
Orbene, ponendosi davanti l’antico palazzo sito la civico 20 di Via di Santa Dorotea, se si eleva lo sguardo in alto si può facilmente notare una finestra diversa dalle altre, incorniciata da un arco a sesto acuto, rimasta identica nel tempo, dalla quale presumibilmente si affacciò la giovane ragazza e vide per la prima volta Raffaello Sanzio, mentre al piano terra vi era il forno del padre del quale oggi rimane visibile una antica colonna incastonata nel muro esterno.
“Tell me ye stones and give me O glorious palaces answer.
Speak O ye streets but one word. Genius, art thou alive?
Yes, here within thy sanctified walls there’s a soul in each object,
ROMA eternal. For me, only, are all things yet mute.
Who will then tell me in whispers and where must I find just the window
Where one day she’ll be glimpsed: creature who’ll scorch me with love?
Can’t I divine yet the paths through which over and over
To her and from her I’ll go, squandering valuable time?
Visiting churches and palaces, all of the ruins and the pillars,
I, a responsible man, profit from making this trip.
With my business accomplished, ah, then shall only one temple,
AMOR’s temple alone, take the initiate in.
Rome, thou art a whole world, it is true, and yet without love this
World would not be the world, Rome would cease to be Rome…”