La Chiesa di Santa Maria presso San Satiro si trova nel centro di Milano, in Via Torino. La sua edificazione risale alla fine del Quattrocento per volere del duca Gian Galeazzo Sforza e successivamente di Ludovico il Moro, con la collaborazione dell’architetto urbinate Donato Bramante durante gli ultimi anni della sua permanenza a Milano, tra il 1480 e il 1482.
La Chiesa di Santa Maria presso San Satiro ingloba il sacello di San Satiro, risalente all’epoca medievale, più precisamente eretto nell’876 per volere di Ansperto da Biassono, vescovo di Milano e dedicato ai santi fratelli Satiro e Ambrogio e a San Silvestro.
La facciata esterna in stile neorinascimentale viene iniziata nel 1486 dall’architetto Giovanni Antonio Amadeo, ma mai terminata forse per eventuali divergenze con il Bramante. La facciata definitiva viene realizzata nel 1871 da Giuseppe Vandoni in stile neorinascimentale.
L’interno della Chiesa di Santa Maria presso San Satiro ha una pianta a croce commissa o a tau, (mancante del braccio superiore), con tre navate, in cui la navata centrale, con una copertura a botte decorata con lacunari e rosoni, è più larga rispetto a quelle laterali che hanno una volta a vela.
L’abside (in realtà la finta abside) è il vero capolavoro custodito nella Chiesa di Santa Maria presso San Satiro. Si tratta di un bassorilievo e stucco dipinto sulla parete che crea un’illusione ottica e una finta prospettiva, ed è opera di Donato Bramante realizzato come trompe l’oeil a seguito della mancanza dello spazio necessario per realizzate un abside vero.
L’altare maggiore conserva l’immagine della Vergine con bambino e due donatori che in origine si trovava all’esterno del sacello, ritenuta miracolosa a seguito del sanguinamento per una coltellata inferta da un giovane squilibrato.
Sul transetto sinistro si trova il Sacello di San Satiro, o Cappella di Pietà in quanto conserva sull’altare un gruppo di statue (14) in terracotta dipinta, raffigurante la Pietà o Compianto sul Cristo morto, opera realizzata nel 1483 dallo scultore, nativo di Crema, Agostino de’ Fondulis.