Flagellazione è un dipinto (tempera e olio su tavola, cm 58,4×81,5) realizzato nel 1450 -1460 circa dal pittore toscano Piero della Francesca, e attualmente conservato nella Galleria Nazionale delle Marche, Palazzo Ducale di Urbino.
Piero di Benedetto de’ Franceschi, noto come Piero della Francesca (Borgo Sansepolcro, 12 Settembre 1416/1417 – Borgo Sansepolcro, 12 Ottobre 1492), è stato un celebre pittore e matematico italiano, tra i più rinomati artisti del Rinascimento italiano. La sua arte e il suo stile possono essere sintetizzati in un perfetto connubio tra costruzione geometrica dei volumi e dello spazio, attenzione alla prospettiva e all’equilibrio della composizione, valorizzazione della figura umana nella sua staticità, e un pieno utilizzo del chiaroscuro, con la luce e le tonalità cromatiche per modellare forme e proporzioni. Si tratta di una serie di regole che Piero della Francesca codifica in De prospectiva pingendi, il suo trattato sulla prospettiva nel 1482 circa.
Tra le sue opere occorre citare il Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta (databile al 1451) conservato nel Museo del Louvre di Parigi; gli affreschi raffiguranti la “Vittoria di Costantino su Massenzio” realizzato tra il 1458 e il 1466, e il “Sogno di Costantino”, realizzato tra il 1458 e il 1466, facenti parte del ciclo di affreschi “Storie della Vera Croce“, conservati nella cappella maggiore della Basilica di San Francesco ad Arezzo; il Polittico di Sant’Antonio, (databile tra il 1460 e il 1470), attualmente conservato nella Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia; la “Pala di Brera” o anche conosciuta come “Pala Montefeltro” (Sacra Conversazione con la Madonna col Bambino, sei santi, quattro angeli e il donatore Federico da Montefeltro), (databile intorno al1472) conservata presso la Pinacoteca di Brera a Milano; la Madonna di Senigallia o Madonna col Bambino e angeli (databile tra il 1470 e il 1485), conservato anch’esso nella Galleria Nazionale delle Marche, Urbino.
Piero della Francesca raffigura nella Flagellazione un episodio della vita di Gesù, inserendo le figure umane e le architetture in una prospettiva, dove tutte le dimensioni sono regolate da rapporti matematici. Ancor di più con riferimento agli elementi architettonici si può notare il richiamo al mondo classico greco e romano, con il capitello ionico per la colonna della flagellazione, e i capitelli compositi per le altre colonne del portico, evidenziati dalla luce che scorre da sinistra verso destra.
L’attribuzione dell’opera a Piero della Francesca si ricava, in primis, dalla firma (in latino) dell’artista che si trova nel gradino più basso del faldistorio di Pilato, mentre più complessa è la datazione che rinvia al periodo tra il 1450 -1460. Si ha conoscenza della Flagellazione solo nel 1717 quando viene registrata in un inventario della sagrestia della Cattedrale di Urbino.
L’opera, date le piccole dimensioni, potrebbe essere di devozione privata (?) mentre meno probabile che si tratti di uno scomparto di predella per una pala d’altare. Si discute invece sulla committenza del dipinto; certamente una ipotesi del committente propende verso al figura di Federico da Montefeltro.
In particolare con riferimento ai tre personaggi in primo piano sulla destra, il giovane biondo al centro viene identificato in Oddantonio da Montefeltro, primo duca di Urbino, fratellastro maggiore di Federico, figlio di Guidantonio da Montefeltro e dalla seconda moglie di costui, Caterina Colonna. Oddantonio da Montefeltro viene ucciso appena diciassettenne in una congiura il 22 luglio 1444, colpevole di condurre una vita dissoluta, ma ancor di più di aver posto in essere abusi sessuali nei confronti di alcune donne di Urbino. Dopo l’assassinio Oddantonio, il fratellastro Federico da Montefeltro diventa signore di Urbino.