Pala di Brera. Opera di Piero della Francesca

Pala di BreraLa “Pala di Brera” o anche conosciuta  come “Pala Montefeltro” (Sacra Conversazione con la Madonna col Bambino, sei santi, quattro angeli e il donatore Federico da Montefeltro), è un’opera (tempera e olio su tavola, cm 248 x 170) realizzata intorno all’anno 1472 dal pittore e matematico italiano Piero della Francesca,  ed attualmente  conservata presso la Pinacoteca di Brera a Milano.

L’opera la “Pala di Brera“, che sotto alcuni aspetti richiama l’arte fiamminga, viene realizzata su commissione di Federico da Montefeltro, Duca d’Urbino, per onorare la memoria della moglie e del figlio, e lo stesso è presente all’interno della pala, viene ritratto in basso a destra in armatura e in ginocchio.

Al centro dell’opera è raffigurata la Madonna, seduta su un trono con le mani giunte in preghiera e con Gesù Bambino poggiato sul grembo, addormentato; intorno alla Vergine troviamo, tutti in piedi, una schiera di santi (in totale sei santi, disposti in modo simmetrico tre sul lato sinistro: San Giovanni Battista, San Bernardino da Siena e San Girolamo; tre sul lato destro: San Francesco, San Pietro martire e San Giovanni evangelista ) e di angeli (totale di quattro).

La “Pala di Brera” è caratterizzata da linee geometriche e il volto della Madonna rappresenta il punto di fuga.

La scena è ambientata all’interno di una chiesa (si ritiene che la fonte di ispirazione sia la chiesa di Sant’Andrea a Mantova, opera di Leon Battista Alberti). In alto, all’interno della nicchia è scolpita una grande conchiglia, dalla cui sommità pende, attraverso una catenella, un uovo di struzzo ( che si riteneva che venisse fecondato dai raggi del sole).

In tal senso la conchiglia può essere definita il simbolo della bellezza eterna della Vergine Maria; l’uovo di struzzo è il simbolo della vita in formazione, della fertilità, l’immacolata concezione della Madonna (in tale senso “Leda, il cigno, le due uova ed i quattro figli“, dipinto di Francesco Melzi, anno 1505, conservato presso la Galleria degli Uffizi di Firenze).

Sebbene il colore sia limitato alle tonalità pure del rosso, del blu e del verde, lo stesso è trattato con una tale maestria che, combinandosi con la luce proveniente da una finestra sulla parte sinistra, conferisce all’opera una intensa profondità.

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