Il contrasto Hard Law – Soft Law inerente il c.d. Diritto di Internet o Cyberlaw ruota intorno alla problematica inerente la tipologia di legge da adottare ai fini della regolamentazione dei comportamenti degli utenti nella rete.
Si tratta di riflessioni importanti per una possibile configurazione del diritto all’uso consapevole e responsabile del Web e di tutto il materiale in esso contenuto.
Solitamente, con l’espressione generica Hard Law si fa riferimento ad un complesso di norme e regolamenti vincolanti per gli utenti delle rete. Per converso, con il termine Soft Law si intende una serie di norme e regole prive di efficacia vincolante che si limitano a fissare dei principi di carattere generale, lasciando agli utenti discreti margini di autonomia, per conseguire i risultati prefissati.
Sebbene ogni tipo approccio legislativo sulla materia in termini di Hard Law o Soft Law ha i suoi punti di forza e di debolezza, occorre spostare il dibattito sul piano internazionale, dal momento che il Web non ha confini geografici determinati (o nazionali).
L’ Hard Law, attraverso il suo meccanismo di applicazione giuridicamente vincolante, è in grado di assicurare un sistema di regole fisse e stabili, con applicazione delle relative sanzioni in caso di violazione. Pertanto rappresenta una garanzia maggiore in termini di affidabilità e di controllo.
Il modello di Hard Law è stato assunto dalla legislazione degli Stati Uniti D’ America per controllare e reprimere il fenomeno dilagante della pedopornografia on line.
Si tratta, nella specie di un provvedimento federale denominato “Children’s Internet Protection Act” c.d. CIPA diretto alla tutela della sicurezza dei minori che navigano nella rete di Internet, che coinvolge sia le scuole e sia le biblioteche pubbliche.
Sul fronte del Soft Law si sostiene, invece, che la stessa produrrebbe una forma di governance della Rete capace di combinarsi e di armonizzarsi con le legislazioni dei singoli Stati e, nel contempo, di adattarsi ai vari cambiamenti prodotti dalla costante e complessa evoluzione tecnologica. Il Soft Law consentirebbe, in altri termini, di realizzare una sorta di “convenzione internazionale” tra i diversi Stati basata su un pacifico accordo e aperta al dialogo e al confronto, attuando una attività di prevenzione con diverse modalità più rapide, flessibili e proiettate nel futuro.
Quello che rimane certo è che Internet è un mondo in continua evoluzione e tutti gli Stati dovrebbero, il prima possibile, procedere ad adottare delle politiche stabili quanto meno sotto il profilo della prevenzione dei rischi e della educazione digitale.