La moglie più bella: la macchia del matrimonio riparatore

la moglie più bella“La moglie più bella” è un film diretto dal regista Damiano Damiani uscito nelle sale cinematografiche nel 1970, segnando l’ingresso come attrice di una giovanissima Ornella Muti, all’ età di soli quattordici anni.

Siamo in terra siciliana e una giovane e bella ragazza Francesca Cimarosa, figlia di contadini, si innamora di Vito Juvara, un ragazzo del suo paese. Il fidanzamento inizialmente felice man mano si connota di atteggiamenti possessivi del ragazzo che conducono Francesca Cimarosa a rifiutarsi di sposarlo. L’offesa arrecata all’onore del giovane porta questi a rapirla inscenando la classica “fuitina” che dopo la consumazione del rapporto amoroso avrebbe condotto alle nozze riparatrici. Ma così non è: la ragazza decide di denunciare il rapimento e la violenza sessuale subita trascinando su di sè l’enorme scandalo.

Il film “La moglie più bella” accompagnato dalle splendide musiche di Ennio Morricone porta sulla scena una vicenda drammatica, ma all’epoca molto attuale, quella del matrimonio riparatore di cui all’articolo 544 del Codice Penale, successivamente abrogato con la legge 442, emanata il 5 Agosto 1981.

La norma prevedeva che nell’ipotesi stupro o violenza carnale ( definito, in modo aberrante, quale delitto contro la moralità pubblica e il buon costume) nei confronti di una donna nubile e illibata, l’uomo poteva evitare il processo e la relativa pena impegnandosi a sposare la donna e così ponendo fine a tutte le conseguenze sul piano penale e sociale, con il solo onere di accollarsi tutte le spese del matrimonio.

“La moglie più bella” trae ispirazione da un evento realmente accaduto: nel 1966 ad Alcamo, in provincia di Trapani, la giovanissima Franca Viola manifesta il primo rifiuto al matrimonio riparatore. E’ il primo passo verso una emancipazione femminile tutta italiana, mentre negli altri paesi, Francia e Inghilterra in primis, l’emancipazione delle donne è ormai quasi affermata. E si badi, tutto ciò si deve al coraggio di una ragazza, adolescente, figlia di contadini, appartenente a quell’ “arretrato” meridione italiano.

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