Marta Abba (Milano il 25 Giugno 1900 – Milano il 24 Giugno 1988) è stata una delle attrici teatrali e cinematografiche italiane più importanti del Novecento, sotto la sapiente guida registica di Luigi Pirandello.
Nel 1925 avvenne l’ incontro con Pirandello che influì su tutto il suo percorso artistico e professionale: Marta Abba aveva solo 25 anni ma sapeva già dove voleva arrivare, Pirandello aveva invece 59 anni. Lei veniva dall’ambiente milanese con un percorso di studi presso l’Accademia dei Filodrammatici, lui era già direttore artistico del Teatro D’Arte di Roma. Nonostante la giovane età di Marta Abba, Pirandello rimase fortemente affascinato da suo talento versatile e dalle sue qualità artistiche e tecniche tanto che la scritturò come prima attrice al Teatro D’ Arte di Roma.
L’ingresso di Marta Abba nella compagnia del Teatro D’Arte di Roma suscitò scompiglio tra i diversi attori: in breve tempo Marta divenne il volto, l’ anima e la voce di tutta la produzione pirandelliana. Unica interprete assoluta e successivamente musa ispiratrice di Pirandello: per lei scrisse Diana e La Tuda,Trovarsi, Come tu mi vuoi, L’amica delle mogli, Questa sera si recita a soggetto, …. Si tratta di produzioni drammaturgiche che videro quale protagonista principale Marta Abba: ruoli scritti a sua immagine, sua concreta incarnazione, che solo lei avrebbe potuto animare, in caso contrario sarebbero rimasti astratti, tutti destinati a garantirle la celebrità e l’affermazione della sua carriera di attrice del primo Novecento.
Certamente Marta era per Pirandello molto di più di una semplice musa ispiratrice, così come viene descritta tout court in diversi testi letterari: in parte doveva rappresentare la sua vita, il suo talento, una compagna che parlava la sua lingua e, nonostante la differenza di età, lei riusciva a riflettere i suoi pensieri e le sue emozioni.
D’altronde Pirandello lasciò un testamento olografo nominando Marta Abba erede per un sesto dei suoi beni oltre a lasciarle i diritti d’autore delle commedie scritte successivamente al 1925, anno del loro incontro. E ancora, si conta un carteggio epistolare di oltre cinquecento lettere che Pirandello scrisse a Marta che manifestano l’intenso sentimento di affetto e di trasporto che provava nei confronti dell’attrice milanese. Lei era la sua arte, scriveva Pirandello, e quindi la sua vita. Marta era la sua principale confidente e fedele consigliera: scriveva della situazione politica italiana, del fascismo, di Mussolini, della tradizione teatrale, ma anche dei personaggi delle sue commedie, del suo lavoro.
Pirandello scrive a Marta per dieci anni dal 1926 al 1936, fino alla sua morte: l’ultima lettera reca la data del 1 Dicembre 1936, pochi giorni dopo Pirandello morirà.
Soltanto dopo la morte di Pirandello, Marta Abba sposerà un ricco industriale americano trasferendosi a vivere a Cleveland. Molti anni più tardi, a seguito del divorzio dal marito, ritornerà in Italia.
Si potrebbe ben affermare che così come Pirandello portò alla celebrità Marta Abba tanto da consacrarla come massima interprete del teatro pirandelliano allo stesso modo Marta Abba alimentò la genialità del maestro siciliano contribuendo a donarci una serie di opere letterarie e teatrali, patrimonio assoluto dell’arte intesa in senso lato.
Considerare Marta Abba sic et sempliciter quale musa ispiratrice di Luigi Pirandello? Sarebbe troppo semplice e banale.