Via dei Cappellari è una antica strada romana, rettilinea e lunga poco meno di un chilometro (Km) che si snoda tra il rione Parione e il rione Regola, e collega Via del Pellegrino a Piazza Campo de’ Fiori.
Sebbene meno conosciuta della parallela Via del Pellegrino, Via dei Cappellari custodisce al suo interno diverse ed importanti testimonianze storiche di un passato ormai lontano nel tempo.
In origine Via dei Cappellari era nota con il nome di “via dei Tebaldeschi” in onore della nobile famiglia Tebaldeschi, appartenente al patriziato romano che nella strada aveva il suo palazzo e le sue abitazioni, tutt’ora visibili nei pressi dell’Arco di Santa Margherita, mentre al numero civico 13 è scolpita una rosa, risalente al quattrocento, stemma della famiglia Tebaldeschi. Successivamente nel Cinquecento “via dei Tebaldeschi” cambia il nome nell’attuale Via dei Cappellari per l’insediamento di fabbricanti di cappelli che con le loro botteghe affacciano direttamente sulla stretta via.
Partendo da Via del Pellegrino e percorrendo la strada, rigorosamente a piedi, è possibile ammirare diverse testimonianze della sua antica origine come l’edicola sacra “Madonna col Bambino“, risalente agli inizi del Novecento, situata al civico 81, la targa (che riportiamo nella foto) nei pressi del civico 95 – 96, indicativa di una locanda di liquori, mentre al civico numero 30 è situata la casa natale di Pietro Metastasio, nome d’arte di Pietro Trapassi (Roma, 3 Gennaio 1698 – Vienna, 12 Aprile 1782), celebre poeta e drammaturgo italiano, autore di numerosi melodrammi, rispetto ai quali viene indicato come un riformatore (nel 1724 con il primo melodramma Didone abbandonata ottiene un grande successo di pubblico e di critica). Al di sopra del portone di ingresso della casa, oggi museo, è visibile una targa posta dal Comune dì Roma, risalente all’ottocento (anno 1873), in memoria di Pietro Metastasio.
Prima dello sbocco su Piazza Campo de’ Fiori si trova l’ edicola sacra raffigurante l’ “Immacolata Concezione”, olio su tela con ampia cornice in stucco, risalente al XVIII secolo.
