Ritratto di giovane donna. Opera di Piero del Pollaiolo

Ritratto di giovane donna

Ritratto di giovane donna. Opera di Piero del Pollaiolo. Museo Poldi Pezzoli di Milano.

Ritratto di giovane donna è un dipinto (tempera e olio su tavola, cm 45,5×32,7) realizzato nel 1470 circa dal pittore italiano (fiorentino di nascita) Piero del Pollaiolo, ed attualmente conservato nel Museo Poldi Pezzoli di Milano, (simbolo stesso del museo).

Piero del Pollaiolo (Firenze, 1441/1442 – Roma, 1485-1496) è stato un celebre pittore italiano, fratello minore del più noto Antonio del Pollaiolo, tanto che molte opere vengono attribuite per lo più a quest’ultimo. Tra le sue opere più importanti si ricorda il dipinto raffigurante il Martirio di San Sebastiano (databile al 1475 circa), conservato nella National Gallery di Londra; la grande pala di altare raffigurante l’ Incoronazione della Vergine nella Chiesa di Sant’Agostino a San Gimignano e le Virtù: Carità, Fede, Temperanza, Prudenza, Speranza, Giustizia (databili al 1469-1470), conservate presso la Galleria degli Uffizi di Firenze. Entrambi i fratelli sono sepolti a Roma, nella Basilica di San Pietro in Vincoli dove si trova il Monumento sepolcrale in marmo dei pittori fiorentini Antonio e Piero del Pollaiolo, opera (databile al 1498 – 1510 circa) di Luigi Capponi.

Il dipinto Ritratto di giovane donna è uno dei più famosi ritratti femminili del Rinascimento e fa parte di un gruppo di ritratti femminili, eseguiti di profilo, che vengono attribuiti Piero del Pollaiolo o a suo fratello Antonio del Pollaiolo e conservati presso il Gemäldegalerie di Berlino, Galleria degli Uffizi di Firenze, e al Metropolitan Museum of Art di New York.

La giovane dama è riccamente abbigliata, con una elaborata acconciatura detta “a vespaio” con un diadema, mentre al collo indossa una collana di perle preziose; per tali elementi appartiene quasi sicuramente all’aristocrazia dell’epoca. La dama è effigiata sullo sfondo di un cielo azzurro con qualche nuvola.

La particolare attenzione per l’uso della luce che mette in evidenza l’incarnato roseo del volto risentono dell’influenza dell’arte fiamminga.

Per alcuni critici l’opera è stata attribuita ad Antonio del Pollaiolo.

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