San Francesco riceve le stimmate è un dipinto (olio su tela, cm 200×325) realizzato intorno al 1630 dal pittore bolognese Domenico Zampieri, meglio noto come il Domenichino, ed attualmente conservato all’interno della Chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini o anche Chiesa di Santa Maria Immacolata a Via Veneto, situata a Roma, in Via Veneto, nel rione Ludovisi.
Domenico Zampieri, noto come il Domenichino (Bologna, 21 Ottobre 1581 – Napoli, 6 Aprile 1641), è stato un celebre pittore di origine bolognese, allievo dei fratelli Agostino ed Annibale Carracci e del cugino Ludovico Carracci. Attivo a Roma, città nella quale si trasferisce all’inizio del Seicento al fine di collaborare con il maestro Annibale Carracci, il Domenichino viene annoverato quale uno dei principali artisti del classicismo seicentesco. Tra le opere custodite nelle chiese romane si ricorda il dipinto il Martirio di San Sebastiano conservato all’interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, il Ritratto del cardinale Margotti conservato nella Basilica di San Pietro in Vincoli, l’ Assunzione della Vergine per la Basilica di Santa Maria in Trastevere, e per l’appunto, il dipinto San Francesco riceve le stimmate e l’affresco Morte di San Francesco, entrambi conservati nella Chiesa di Santa Maria Immacolata a Via Veneto o Chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini.
Il dipinto la San Francesco riceve le stimmate viene realizzato dal Domenichino intorno al 1630 per la Chiesa di Santa Maria Immacolata a Via Veneto o Chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini quale offerta per essere stato guarito da una malattia. Inizialmente collocato nei pressi dell’altare maggiore, l’opera, verso la fine del Settecento, viene collocata nella terza cappella a destra, Cappella di San Francesco, quale pala d’altare, mentre sulla parete sinistra si trova l’affresco Morte di San Francesco sempre del Domenichino, che in origine faceva parte del chiostro del convento.
Il dipinto la San Francesco riceve le stimmate raffigura sulla tela il santo, con il saio marrone, il cordiglio in vita, e i piedi nudi, mentre con le braccia aperte si abbandona al potere divino all’interno di un paesaggio roccioso. Dietro di lui si trova l’angelo, che lo sorregge nel fisico, mentre sul lato sinistro è raffigurato il teschio. Lo sfondo reso cupo dall’avvicinarsi di nuvoloni viene schiarito dalla luce divina sul lato sinistro che illumina le due figure e fa intravedere i segni delle stimmate sulle mani del Santo.
Sulla parete sinistra della Cappella di San Francesco si trova l’affresco Morte di San Francesco (cm 235×170) che in origine faceva parte del chiostro del convento sempre del Domenichino. Il santo viene raffigurato riverso su una roccia, abbandonato nel fisico, con lo sguardo rivolto verso l’alto. Sui piedi nudi e sulle mani è possibile intravedere i segni delle stimmate.
L’affresco si sviluppa in profondità con il santo in primo piano, in posizione quasi frontale e due frati in secondo piano.