Thérésa, nome d’arte di Eugénie Emma Valladon (La Bazoche-Gouet, 25 Aprile 1837 – Neufchâtel-en-Saosnois, 14 Maggio 1913), è stata una famosa cantante francese, molto rinomata nell’ambito dei c.d. Café-Concert.
Nata in Francia nel 1837, in una famiglia di umili origini, Eugénie Emma Valladon (Thérésa) è la figlia di un musicista parigino, molto attivo nelle taverne, e sin dalla tenera età afferma la sua passione per la musica e per il canto e appena maggiorenne inizia ad esibirsi a Parigi nei diversi Café-Concert.
Man mano crea la sua piccola popolarità e notorietà che diventa negli anni sempre più stabile. Durante una delle tante esibizioni viene notata dal direttore del noto café-concert Alcazar che, colpito dal suo talento, le offre un cospicuo stipendio per cantare nel suo locale. Ed è proprio in tale occasione che Eugénie Emma Valladon prende il nome d’arte di Thérésa.
Il suo debutto è un vero successo di pubblico e di critica, tanto che gli altri locali parigini subiscono passivamente il suo trionfo. Il teatro di Café-Concert Eldorado per tenere testa alla popolarità sempre più crescente di Thérésa, nel 1865 ingaggia la cantante e attrice francese Suzanne Lagier. Il pubblico parigino apprezza ma la critica continua a propendere per Thérésa.
La sua popolarità oltrepassa i confini francesi e si estende alle altre regioni europee, esibendosi anche nelle operette di Jacques Offenbach. Il suo successo lirico e teatrale si diffonde anche nelle vignette satiriche di André Gill sul noto giornale La Lune.
Tra i suoi illustri ammiratori si segnala lo scrittore e drammaturgo francese Alexandre Dumas (padre), il poeta francese Théodore de Banville e persino l’imperatore Napoleone III, per il quale si esibisce presso la sua corte.
Dopo una straordinaria carriera lirica (che la rese una delle donne più ricche di Parigi) nel 1895 si ritira definitivamente dalle scene e muore il 14 Maggio del 1913 all’età di settantasei anni.
La sua tomba si trova nel cimitero parigino di Pere Lachaise.
Nella foto sopra: Thérésa ritratta da Edgar Degas ne La Chanson du chien (1875-1877 circa).